Un disegno del ‘700, preparatorio a un’incisione; una suggestiva rappresentazione di uno dei luoghi più significativi della città di Udine nonché simbolo, in passato, del suo stesso potere civile: piazza Contarena chiamata inseguito piazza Vittorio e infine Libertà. E proprio a partire da questo stesso disegno, mostrato sullo schermo al nutrito pubblico in sala, un lungo e intenso viaggio di 90 minuti nel passato della città di Udine, nella sua storia, attraverso i luoghi simbolici e le opere che di questi stessi luoghi sono stati e sono tutt’oggi vivida testimonianza. A compiere l’affascinante percorso è stato proprio Gilberto Ganzer, critico e appassionato d’arte, già direttore del Museo civico di Pordenone e autore di numerose pubblicazioni.
A lui dunque il compito di “traghettare” il pubblico raccolto nel Centro diurno della Comunità Piergiorgio giovedì 4 luglio attraverso un piacevolissimo “amarcord” fatto di storia ma soprattutto di riflessioni, ragionamenti, confronti tra passato e presente e aneddoti su personaggi illustri. Un incontro, primo di quattro complessivi previsti per l’intero mese di luglio e dedicati al rapporto tra arte e identità, compiuto per cercare di cogliere l’evoluzione e le trasformazioni della città nel corso dei secoli; i mutamenti che ne hanno segnato il volto e per ripercorrere con franchezza la storia di luoghi simbolici che devono essere riletti attraverso il loro originale valore e soprattutto compresi per come essi stessi venivano in passato interpretati. «Noi siamo debitori di tanti illustri personaggi che hanno lasciato segni preziosi e tangibili nella nostra città – ha raccontato Gilberto Ganzer ai presenti – Oggi come oggi chi viene a visitare Udine lo fa soprattutto per godere di tutte queste rappresentative opere del passato».
A battezzare il primo incontro svoltosi alla Piergiorgio un’analisi approfondita e dettagliata di piazza Contarena, voluta e completata dal luogotenente veneziano Contarini; una piazza piuttosto piccola ma creata strategicamente su due registri per dare l’idea di una maggiore ampiezza; testimonianza eccellente del potere civile della città di Udine e ricca di elementi simbolici scelti con grande intelligenza. «Si tratta di un luogo straordinario nonché di una delle più belle piazze d’Italia – ha raccontato il dott. Ganzer – Una piazza che si traduce in un insieme di stili ma dove gotico e rinascimentale convivono perfettamente e risultano tarati in modo magistrale».
Un rapido passaggio poi attraverso via Manin, porta San Bartolomeo e piazza primo Maggio per accedere ai luoghi del potere religioso con una riflessione, in chiusura di incontro, sugli edifici più eloquenti della città di Udine tra cui Palazzo Antonini, esempio di ciò che significava nel Cinquecento essere cittadini. «Attraverso questo primo seminario – ha precisato Gilberto Ganzer che sarà di ritorno al Centro diurno giovedì 11 luglio alle ore 14.30 – ho voluto far capire ai presenti quale significato si celi dietro alcuni luoghi urbani, qual è il motivo per cui certi luoghi e determinate opere sono effettivamente così come appaiono e che cosa trasmettono e insegnano a noi tutti ancora adesso. Solo attraverso la conoscenza del passato e della storia è possibile recuperare, allo stesso tempo, la propria identità di cittadini ed essere quindi più partecipi e consapevoli della città e del territorio. Ed è proprio grazie al confronto storico che è oltretutto possibile smitizzare tante cose non corrette, di cui spesso vogliono convincerci, e smentire i troppi cialtroni che ci sono ancora oggi in giro».
I prossimi incontri prenderanno corpo nelle giornate di giovedì 11 (“Il formarsi della città”), giovedì 18 (“Gli aspetti culturali legati ai monumenti”) e giovedì 25 (“La politica di immagine della città attraverso i secoli”).