“Quello che conta nelle persone è la testa. Se la testa funziona, se sappiamo pensare e ragionare allora l’handicap passa certamente in secondo piano. Io credo che le cose possano realmente cambiare ma questo non dipende da altri se non da noi stessi, in prima persona. Ci vuole sicuramente un grande lavoro in termini di tempo, di mesi o forse addirittura di anni perché quello che non si conosce a volte può fare paura e spaventare”. Sono proprio queste le parole con cui la scrittrice friulana Luigina Marseu, tra gli speaker di “Diversamente Informati”, ha voluto tratteggiare i contorni dell’argomento che i ragazzi di questa redazione speciale hanno scelto di affrontare per il mese di ottobre. Il rapporto spesso difficile e conflittuale tra le persone cosiddette “normodotate” e le persone disabili; la tendenza generale a guardare chi è diverso con pregiudizi e diffidenza attraverso la pericolosa maglia dei luoghi comuni; l’incapacità di molta gente di confrontarsi in modo naturale e sereno con chi è in carrozzina accettando l’altro senza riserve o timori. E’ sicuramente complesso e di stringente attualità il denominatore della puntata di ottobre del progetto radiofonico mensile sperimentale realizzato dalla Web Radio dell’Università di Udine in collaborazione con i ragazzi disabili della Comunità Piergiorgio ONLUS, la realtà del territorio friulano che dagli anni Settanta si adopera a sostegno delle persone disabili. Un tema legato a esperienze personali, vissute dagli stessi ragazzi in prima persona e raccontate ai microfoni di W.R.U senza imbarazzi. “Io penso che il problema nasca fondamentalmente dall’ignoranza ossia dalla non conoscenza e non dalla stupidità che è un’altra cosa – ha precisato la Marseu nel corso della lunga trasmissione che ha visto un coinvolgimento attivo e sentito dei 12 speaker del programma - L’ignoranza di non sapere. Conoscere o comunque imparare a capire che quello della disabilità non è un modo così diverso e lontano è importante; per fare questo basterebbe soltanto cercare di rapportarsi a queste persone pensando che sono esattamente come noi”.