Comunità Piergiorgio ONLUS

I disabili per i disabili



Margherita Hack alla Comunità Piergiorgio

Infinita emozione, grande entusiasmo e soprattutto tanta voglia di ascoltare dalla sua voce diretta, chiara e pulita, la storia del cielo, delle sue stelle e dei pianeti. I ragazzi disabili della Comunità Piergiorgio Onlus di Udine, che proprio martedì 21 giugno ha spalancato le sue porte alla nota astrofisica fiorentina Margherita Hack, hanno accolto la scienziata con grande trepidazione rapportandosi a lei attraverso domande finalizzate non soltanto a sapere qualcosa di più sulla dimensione in cui viviamo ma anche sulla sua stessa vita; una vita a dir poco intensa, costellata di straordinari successi, notevoli traguardi, largamente spesa nella ricerca scientifica e fortemente impegnata anche in politica e nel sociale a sostegno di grandi e  importanti battaglie.

Margherita Hack

«La mia vita l'è una vita come tante ce n'è. Forse sono stata più fortunata di altri perché ho avuto una famiglia che mi ha lasciato di molto libera, che mi è sempre stata d'incoraggiamento e che mi ha dato la massima autonomia. Dal 1944 ho anche un compagno al mio fianco che mi ha costantemente aiutato e in questo sono stata certamente privilegiata».

Margherita Hack, classe 1922, tra le menti più brillanti della comunità scientifica italiana e il cui nome fa rima con l'astrofisica mondiale, prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, lo ha ribadito con il suo immancabile accento fiorentino alla nutrita platea raccolta per la grande occasione nella Chiesa di San Domenico così da poterla vedere da vicino e ascoltare le sue parole. Parole che si sono rapidamente tradotte in una vera e propria "lectio magistralis" attraverso la quale la Hack, membro dell'Accademia dei Lincei e ancora oggi Direttore del "Centro Interuniversitario Regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia" (CIRAC) di Trieste, ha parlato per oltre un'ora.

La differenza che intercorre tra astronomia e astrofisica, la storia delle stelle, la possibilità che esistano altri pianeti in orbita intorno ad altre stelle diverse dal sole ma anche considerazioni sull'attuale sistema scolastico italiano, sulla presenza femminile in ambito scientifico e l'ateismo. Sono stati davvero tanti gli argomenti affrontati dalla Hack attraverso le domande preparate dai ragazzi della Comunità Piergiorgio che hanno colto l'irripetibile occasione per soddisfare curiosità personali emerse soprattutto dopo la lettura dell'ultima fatica editoriale della scienziata, "il mio infinito", che i ragazzi stessi avevano avuto modo di leggere durante il corso di formazione in "teorie e tecniche del linguaggio radiofonico" seguito nel corso dell'intero anno presso la Piergiorgio.

«Già gli antichi greci si domandavano se ci fossero anche altre terre e quindi altri esseri viventi oltre al nostro e fino a pochi decenni fa si supponeva effettivamente l'esistenza di altri pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal sole - ha spiegato Margherita Hack con una chiarezza disarmante e accompagnata alla Piergiorgio dall'inseparabile marito Aldo, suo compagno di vita dal 1944 -  Non  c'èra nessun motivo di pensare che il nostro sistema solare fosse unico anche perché il sole è una stella comunissima; io lo chiamo "il cittadino medio della via lattea". Difficile era tuttavia trovare questi pianeti perché sono piccoli, non emettono luce propria e sono molto vicini alla loro stella che però è molto lontana da noi e quindi, in generale, appaiono come affogati nella luce della loro stessa stella».

Margherita HackE alla domanda di uno dei ragazzi sul perché del suo ateismo la Hack ha spiegato che «la scienza si basa sulle osservazioni e sugli esperimenti da cui cerca di capire le leggi che regolano l'universo mentre Dio non è dimostrabile scientificamente. Credere o non credere - ha aggiunto, visibilmente colpita dall'interesse dei ragazzi disabili della Piergiorgio e dalla pertinenza delle loro domande - è un fatto personale e risponde a un bisogno dei singoli individui. C'è chi ha la necessità di credere perché questo dà sicurezza e magari anche la speranza di vivere meglio dopo la morte. A me invece quella di Dio sembra un'invenzione costruita per tranquillizzarci».

A conclusione dell'intenso pomeriggio durante il quale la Hack ha anche avuto modo di visitare la Comunità Piergiorgio e di apprezzarne i servizi, una riflessione sulla presenza femminile nell'ambito della ricerca scientifica. «Oggi nelle università le ricercatrici sono più del 50 %, le associate si attestano sul 30% mentre le ordinarie al 12% ma le cose stanno certamente cambiando. Bisogna comunque continuare a incoraggiare le donne a non avere complessi d'inferiorità, a non avere carriere precluse e adessere libere di seguire la propria strada. Le donne devono essere combattive e pretendere che i propri diritti siano sempre rispettati».


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