Gremita la sala polifunzionale della Comunità dove lunedì 7 febbraio lo scrittore udinese Gentilini ha raccontato la sua ultima fatica editoriale in cui per la prima volta affronta il tema dell'handicap
Hanno partecipato numerosi e gli hanno fatto molte domande, alcune legate alla sfera personale mentre altre finalizzate a soddisfare qualche curiosità emersa proprio durante la presentazione del suo libro; e così lo scrittore friulano Fabrizio Gentilini, "libero pensatore" per auto definizione, amante dei viaggi e delle buone letture, si è lasciato travolgere anche dalla curiosità dei ragazzi disabili della Comunità Piergiorgio Onlus di Udine dove proprio lunedì 7 febbraio l'autore udinese ha presentato per la prima volta al nutrito pubblico in sala la sua ultima fatica editoriale "Ascoltiamo, prove di vita". Un viaggio nei ricordi e nella sofferenza di molte persone; l'esplorazione del mondo di chi, nel corso della propria esistenza, ha dovuto sostenere prove umanamente insopportabili e portare avanti nel migliore dei modi la vita di tutti i giorni; un mosaico costituito da svariati tasselli di colori diversi accomunati dallo stesso fil rouge; un vero e proprio quadro all'interno del quale Gentilini, attraverso veloci pennellate in rapidissima successione, traccia i contorni di storie, esistenze e vicissitudini appartenenti a persone che nella loro vita hanno terribilmente sofferto e che tuttavia, nell'immenso dolore, hanno comunque trovato la forza per andare avanti. "In questi anni ho scritto diversi testi - ha spiegato l'autore al pubblico accorso nella sala polifunzionale della Comunità Piergiorgio - questo è comunque il primo in cui affronto il tema del dolore, della sofferenza e soprattutto dell'handicap". E proprio al mondo della disabilità è stata infatti dedicata una parte del testo attraverso la storia di quattro ragazzi della Onlus di piazza Libia, Giacomo e Walter, entrambi affetti da sclerosi multipla; Paolo, che a causa di una tetra paresi spastica neonatale è oggi costretto su una sedia a rotelle e Maurizio, disabile dalla nascita a causa di un trauma da parto. "Ho voluto incontrare donne e uomini che il destino ha reso diversi ma non estranei, che hanno perso molto ma che anche molto hanno saputo riconquistare e soprattutto dare - ha precisato l'autore piacevolmente colpito dalla grande affluenza di pubblico e soprattutto dall'interesse dei partecipanti - Li ho guardati negli occhi, spesso inumiditi, ma occhi che fanno trapelare fiducia, coraggio, occhi che hanno vinto la lotta più dura della loro parabola individuale".