«La grafologia mi ha insegnato ad andare oltre le apparenze, a scavare in profondità e soprattutto ad avvicinarmi davvero al cuore e all’essenza delle persone». Non ha alcun dubbio a riguardo Franca Ficco, udinese, insegnante nelle scuole dell’infanzia e soprattutto appassionata da anni di grafologia, disciplina delle scienze umane che nel corso del tempo lei stessa ha coltivato attraverso tanta formazione e costanza; ma è stata infine una specifica scuola triennale a permetterle di diventare a tutti gli effetti, nel luglio del 2012, grafologa analista attraverso una tesi di ricerca scientifica conclusiva con cui Franca è riuscita a dimostrare la strettissima correlazione tra segno grafico e alopecìa areata o calvizie. Lo stesso tema che proprio giovedì 21 marzo lei stessa ha illustrato ad una nutrita e attenta platea, nel Centro diurno della Comunità Piergiorgio Onlus, dove dalle 14.30 ha tenuto un interessante seminario.
«L’idea di trattare nella mia tesi un tema così particolare, a dire il vero, è nata per puro caso – racconta Franca – Innanzitutto ho raccolto un cospicuo numero di scritture appartenenti a persone colpite da questa malattia; attraverso i miei studi ho potuto confermare l’esistenza di segni grafici comuni a tutte le grafie prese in considerazione, per quanto apparentemente diverse; l’esistenza di uguali tratti della personalità a tutti gli autori di queste scritture e infine ho confermato l’ipotesi per cui l’alopecìa presenta anche una compiente psicosomatica oltreché genetica e autoimmune. Entrando poi maggiormente negli aspetti tecnici posso dire che gli elementi grafici ricorrenti nelle scritture di persone alopeciche sono, tra gli altri, le lettere addossate, e quindi senza risvolti tra l’una e l’altra, e un’intozzatura di secondo modo; è come se sulla lettera ci fosse una macchia di inchiostro maggiore ispetto a quella che normalmente si produce scrivendo una lettera».
L’importanza e il senso della grafologia; gli elementi da considerare per poter effettuare una corretta analisi della scrittura che, generalmente, richiede al grafologo dalle otto alle dieci ore di studio; il senso della grafologia non soltanto per l’individuo ma anche per la società stessa e lo stretto rapporto tra gesto grafico e cervello. Sono stati davvero numerosi e articolati i temi che la Ficco ha avuto modo di affrontare giovedì, in occasione del tradizionale appuntamento mensile aperto al pubblico che il Centro diurno di piazza Libia organizza con il mondo della cultura; decisamente puntuali anche le domande rivolte all’esperta dal pubblico al quale sono state infine mostrate alcune delle numerosissime scritture che la Ficco ha avuto modo di studiare nel corso degli anni e di analizzare soprattutto per la sua tesi. «La strada che ho scelto tanto tempo fa – confessa entusiasta e sorridente Franca – mi ha arricchito enormemente. Grazie allo studio della grafologia sono diventata più precisa e ho avuto soprattutto la possibilità di studiare psicologia, di cogliere il lato oscuro di me stessa e di conoscere meglio gli altri».