Un’aula sorprendentemente gremita e un naturale brusìo iniziale di sottofondo, come si conviene a centinaia di ragazzi di scuola media in attesa di un evento speciale, riuniti all’interno di un auditorium per assaporare una mattinata che si preannuncia certamente diversa dal solito. Un giovedì di fine maggio, che tuttavia ha ancora il sapore dell’autunno, interamente consacrato alla musica portata sul palco da uno straordinario interprete del pentagramma, Mauro Costantini, non vedente dalla nascita. A lui, originario di Palmanova, classe 1964, il compito di coinvolgere i giovanissimi spettatori, alle prese con i consueti bilanci scolastici di fine anno, in un mondo fatto di musica e di vita, di note e di esperienze umane che lo stesso Costantini ha voluto descrivere attraverso l’ausilio di una tastiera, di parole chiave sul grande schermo e di spezzoni della vita del grandioso Ray Charles, tra i pionieri della musica soul. «E’ proprio attraverso la storia emblematica di questo musicista morto dieci anni fa e non vedente che oggi desidero parlarvi anche di me perché in fondo il nostro percorso non è stato poi così diverso e presenta piuttosto numerosi punti di contatto – ha esordito Costantini nell’auditorium di Feletto Umberto rivolgendosi agli alunni della scuola media “Egidio Feruglio” e che, oltre a suonare, svolge anche attività di consulenza presso lo sportello informatico per non vedenti e ipovedenti attivo dal mese di Dicembre del 2002 alla Comunità Piergiorgio Onlus di Udine – Togliamoci subito la maschera, parliamoci sinceramente e con il cuore. Io non ci vedo e faccio il musicista e sono qui quest’oggi per suonare per voi ma anche per fare insieme un percorso impegnativo e profondo fatto di riflessioni su temi difficili».
Frammenti relativi alla complicata vita del grande Ray Charles, considerato uno dei più importanti musicisti di tutti i tempi, hanno permesso a Mauro, nato anch’egli in un momento storico di bassa scolarizzazione e in cui l’handicap era ancora considerato un vero e proprio problema, di spiegare al giovanissimo pubblico il significato del suo percorso personale; la difficoltà di nascere in una realtà storica dove il lavoro nei campi era certamente una priorità rispetto allo studio; dove le famiglie erano a dir poco numerose mentre i maschi sani erano considerati un dono per via delle braccia che avrebbero sicuramente potuto prestare a breve nei campi; dove la tecnologia non aveva ancora minimamente fatto parlare di sé e dove i metodi educativi nelle scuole assecondavano fortemente l’esigenza di rigidità e di mancanza di dolcezza.
«Dopo aver vissuto a casa per quattro anni i miei genitori si resero conto che non mi avrebbero mai potuto aiutare da soli – ha raccontato Mauro rispondendo anche alle domande dei ragazzi incuriositi e appassionati – E così hanno dovuto fare una scelta drammatica mettendomi in una scuola speciale per non vedenti dove ho sperimentato immediatamente il brusco e serrato distacco dal mio nucleo familiare. Mia madre ancora oggi mi racconta con il cuore pesante il traumatico momento in cui mi ha dovuto lasciare alle maestre della scuola». Il percorso accademico musicale portato avanti nei conservatori di Trieste e di Milano nonostante l’handicap visivo; il diploma in pianoforte conquistato nel 1990; la frequentazione, successivamente, dei Civici Corsi di Jazz a Milano e a Siena e poi la formazione continua impreziosita anche dal leggendario pianista afroamericano Mal Waldron. Un intenso e appassionante viaggio nella propria intimità attraverso la musica quello affrontato nel corso dell’intensa mattinata da Mauro, per raccontarsi prima di tutto e per condurre poi per mano i ragazzi anche attraverso lo straordinario percorso compiuto dalla tecnologia, dal passato ad oggi, per le persone disabili in special modo. E oggi Mauro, oltre a portare avanti con sempre rinnovata passione l’attività di arrangiatore, esecutore e didatta, si occupa anche dell’insegnamento dell’uso del computer a non vedenti e ipovedenti.