Inizia il ministero sacerdotale come cappellano a Buia e quindi a Tolmezzo.
A 32 anni viene colpito da sclerosi multipla e inizia il calvario di una malattia che lo riduce in carrozzina limitandone progressivamente le funzioni motorie, ma non l’entusiasmo organizzativo. Infatti all’inizio degli anni ’70 entra in collegamento con la Comunità di Capodarco con l’idea di dare vita anche in Friuli a una comunità ispirata a principi di solidarietà sociale e sviluppo integrale delle persone disabili, in uno spirito di condivisione fraterna.
Nasce così nel 1971 a Udine la Comunità Piergiorgio, una comunità di disabili fisici che si autogestiscono, promuovendo attività lavorative, iniziative e servizi, che la hanno portata a essere riconosciuta per la sua peculiarità come centro all’avanguardia nel settore anche in ambito nazionale.
Completato il centro di Udine sente l’esigenza di dare risposte anche ai disabili dell’Alto Friuli, realizzando una struttura analoga: nasce così a Tolmezzo la Comunità Rinascita e l’ambizioso progetto, in fase di realizzazione, a Caneva di Tolmezzo. Don Onelio è stato inoltre uno dei promotori del progetto Regina Pacis per l’accoglienza dei pellegrini disabili a Medjugorie.
Don Onelio, coniugando le sue spiccate doti umane ad una lungimirante capacità imprenditoriale, ha saputo affrontare la sua malattia in modo da trasmettere una speranza condivisa e una testimonianza di vita fraterna a tutti quelli che come lui vivono il problema della disabilità. La carrozzina e la malattia, che negli ultimi anni lo aveva ridotto alla completa immobilità, non gli hanno impedito di essere motore di un’organizzazione in continuo sviluppo, convinto che nel darsi agli altri si riesca a realizzare sé stessi al di là di ogni barriera e di ogni difficoltà.
Don Onelio è deceduto il 19 aprile 1999, l’obiettivo della sua vita è quello che lascia alla Comunità nel suo testamento spirituale e cioè la raccomandazione "di non perdere il valore della grande conquista raggiunta: da disabili passivi siamo diventati disabili attivi e da disabili attivi siamo arrivati ad autogestire la nostra assistenza".