Si è svolta dal 25 al 27 maggio, a Roma, la seconda Conferenza Italiana sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A) che si concretizza in qualsiasi “strategia” capace di facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, come l’eloquio e la scrittura.
La CAA incrementa dunque le possibilità interattive naturali della persona e nel caso di totale assenza delle stesse cerca quindi modalità di comunicazione alternative e diverse da quelle tradizionali.
Si tratta pertanto di un “progetto” costruito appositamente sull’individuo e costituito da un insieme di conoscenze, strategie e tecniche che facilitano la comunicazione, semplificando immediatamente l’interazione tra l’ambiente e la persona che ne usufruisce.
La storia
Sviluppatasi intorno agli anni ’70 nei paesi anglosassoni e nel Nord America, la CAA si diffonde in Italia soltanto nella metà degli anni ’90 quando il Centro Benedetta d’Intino di Milano fonda la prima e a tutt’oggi ancora unica scuola italiana di CAA.
Si dovrà aspettare però il 2002 prima che l’Italia diventi Chapter (Sezione) dell’International Society for Augmentative and Alternative Communication (ISAAC), associazione internazionale che raduna tutte le persone interessate e coinvolte nella C.A.A., ossia persone che la utilizzano e professionisti, tecnici ed aziende che ne distribuiscono in Italia ausili e materiali.
La prima conferenza nazionale di CAA si è svolta a Genova nel 2005, mentre la seconda si è appena conclusa a Roma. Anche quest’ anno il convegno è stato aperto dalla terapista Gabriella Veruggio, presidente di ISAAC Italy, che ha ripercorso brevemente la storia dell'associazione sottolineandone obiettivi e finalità. Tra le piu’ urgenti, la volontà e l’impegno per la traduzione in italiano di alcuni testi e pubblicazioni estremamente importanti nella letteratura di CAA.
Al convegno è intervenuta, tra gli altri, anche la Dott.ssa Aurelia Rivarola, direttrice della scuola di CAA che si svolge presso il centro Benedetta d'Intino, che ha parlato delle barriere e delle risorse nei progetti di CAA.
Il workshop del secondo giorno invece ha visto la sola partecipazione di Caroline Musselwhite: esperta statunitense di CAA. La studiosa ha presentato, nell’arco dell’intera giornata, una serie di esempi di social script (Copioni sociali) in sequenza co-programmati ossia delle interazioni preimpostate su comunicatori multimessaggio (raccontare barzellette, condividere la propria vita e conversazioni di carattere generale) che dovrebbero permettere a persone anche gravemente compromesse da un punto di vista comunicativo, di ottenere interazioni frequenti, stimolanti, auto-avviate, varie, capaci di mantenere l’interesse con una serie di partner, inclusi i pari.
L’obiettivo dei social script consiste nel fare in modo che la persona si impegni attivamente nella creazione di legami sociali e nello scambio di informazioni.
L’ultimo giorno del convegno a Roma è stato invece dedicato allo scambio di esperienze tra operatori, professionisti, familiari e persone che si esprimono con la CAA.
Il prossimo appuntamento è per il 2009.