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La vescica neurologica e il cateterismo vescicale tra definizioni, possibilità di trattamento e infezioni correlate

Innanzitutto qualche concetto di base per poter poi comprendere a pieno i contenuti dell’intero percorso. Il robusto percorso che proprio mercoledì 24 settembre ha condotto il nutrito pubblico presente in aula attraverso l’analisi di un problema che tanto nelle strutture ospedaliere quanto nelle realtà sanitarie protette rappresenta spesso una nota dolente per i pazienti e per gli operatori stessi. Ad aprire i battenti del Meeting scientifico “La vescica neurologica e le implicazioni del cateterismo vescicale” è stata la dottoressa Barbara Grossetti, della Clinica Urologica A.O.U. Santa Maria della Misericordia di Udine, per fare luce su un tema complesso che tocca da vicino anche una buona porzione dei residenti in Comunità Piergiorgio, culla dell’evento scientifico fortemente voluto e firmato dalla Direzione sanitaria nella figura del dott. Nicola Laperchia.

Una rapida apertura, quella che ha preso corpo alle ore 15.30, destinata dunque a tratteggiare i contorni del concetto di vescica neurologica, condizione dovuta all’alterazione dei meccanismi di regolazione vescico-sfinterica e determinata da patologia o lesione neurologica documentata, e a definire gli esami obiettivi da effettuare su un paziente colpito dal problema (valutazione della mobilità e dello stato cognitivo, esame neuro-urologico dei nervi sacrali ed esame obiettivo addominale). Ma come trattarlo effettivamente? E quali, dunque, le possibilità di intervento fattive su un paziente con vescica neurologica? A questa domanda è stato chiamato a rispondere il Direttore della Clinica di Urologia A.O.U. Santa Maria della Misericordia di Udine, prof. Vincenzo Ficarra, attraverso l’intervento dal titolo “Il trattamento dell’incontinenza urinaria neurologica” sostanzialmente determinata dall’ iperattività detrusoriale conseguente al lesioni spinali. Diverse le possibili tipologie di intervento a partire da quella di ordine farmacologico, dall’applicazione del catetere vescicale sino ad arrivare all’intervento chirurgico selezionato per portatori di vescica molto piccola. Nei pazienti con vescica neurologica la scelta del cateterismo vescicale si orienta su quello intermittente caratterizzato da una minore incidenza nello sviluppo di infezioni.

Un capitolo fondamentale quello legato appunto alla proliferazione di germi e di batteri a causa del ricorso al catetere vescicale, che può dare luogo a complicanze decisamente molto serie e che può essere individuato attraverso la constatazione di almeno tre tra sintomi quali febbre, bruciore o frequenza e urgenza ad urinare, dolore sovrapubico, deterioramento dello stato funzionale e cambiamento nel carattere fisico dell’urina. Claudio Scarparo, Direttore S.O.C. Microbiologia dell’Azienda Ospedaliero - universitaria di Udine, ha proposto all’uditorio presente in sala innanzitutto una classificazione delle infezioni delle vie urinarie sulla base degli organi e dunque delle sedi coinvolte e del decorso clinico. Spazio poi all’approfondimento relativo al percorso attraverso il quale i germi possono arrivare, ai fattori favorenti le infezioni e alle principali specie batteriche con capacità di adesione quali Escherichia Coli, Proteus Mirabilis, Klebsiella e Staphylococcus Saprophyticus.

Riflessione infine sulle infezioni delle vie urinarie legate proprio all’utilizzo del catetere vescicale e favorite generalmente dal tempo di cateterizzazione e dall’esposizione a farmaci antimicrobici. Attenzione al ricorso spesso troppo semplicistico agli antibiotici, per non creare resistenze. Lo ha spiegato il dott. Massimo Crapis della Clinica di malattie infettive di Udine che ha invitato ad utilizzarli soltanto nei casi conclamati di infezioni delle vie urinarie. Qualche raccomandazione sulle norme igieniche e sulle precauzioni che gli operatori dovrebbero seguire durante l’applicazione del catetere è stata infine fornita da Cristina De Sarno, del servizio infermieristico del Distretto di Cividale, a chiusura dell’intero pomeriggio di lavori costantemente arricchito da un proficuo scambio tra relatori e uditorio.


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