Come veniva rappresentato e soprattutto già “pubblicizzato” nel Settecento il territorio friulano? Quali i luoghi simbolo di questa terra e le modalità stesse della loro divulgazione?
A partire da queste domande e soprattutto attraverso una serie di preziose incisioni dell’epoca (il sistema “pubblicitario” precedente la fotografia) il critico d’arte Gilberto Ganzer ha compiuto il secondo viaggio dedicato al rapporto tra arte e identità presso il Centro diurno della Comunità Piergiorgio Onlus di Udine; giovedì 11 luglio infatti, per il secondo dei quattro appuntamenti previsti per il mese, il dott. Ganzer, già Direttore del Museo civico di Pordenone, ha passato in rassegna una serie di incisioni del Settecento per mostrare al pubblico in sala quale il volto non soltanto della città di Udine in passato ma anche dei luoghi del Friuli che a poco a poco ne sono diventati il simbolo più pieno.
Punto di partenza di questa seconda tappa, il centro storico di Udine con l’evoluzione e soprattutto l’antico volto delle sue stesse strade; Via Mercatovecchio, Piazza San Giacomo, Porta Poscolle e la Chiesa delle Grazie nell’attuale Piazza Primo Maggio; dal cuore della città, un viaggio infine nei luoghi simbolo del Friuli come le città di Palmanova, Cividale, Gemona e il Duomo, il Lago di Cavazzo, la Carnia (che pure inizia ad essere rappresentata e promossa) e Villa Manin di Passariano. «Ho voluto fare un percorso particolare destinato a far sapere come il nostro territorio veniva visto e rappresentato storicamente prendendo in considerazione queste incisioni – ha raccontato il dott. Ganzer che sarà nuovamente presente in Comunità giovedì 18 luglio per il terzo dei quattro incontri in programma – In fondo siamo ancora debitori di molti personaggi illustri che sono ancora adesso segno e rappresentazione della nostra identità».